Scialoadenite parotidea
La scialoadenite parotidea è una infezione che colpisce soprattutto le ghiandole salivari che si trovano in bocca, per la precisione soprattutto la parotide e la ghiandola sottomandibolare. La scialoadenite potrebbe presentarsi sotto forma acuta o cronica e colpisce tipicamente quei pazienti che hanno un’età compresa tra 50 e 60 anni, malati cronici con xerostomia e soggetti che hanno la sindrome di Sjogren. La litiasi salivare è una affezione consistente nell'ostruzione meccanica di una ghiandola salivare o del suo dotto escretore per formazione di concrezioni calcaree o sialoliti. Questa patologia determina un'ectasia salivare che può provocare la successiva dilatazione della ghiandola. Conseguentemente la scialoadenite parotidea è una infezione batterica di una ghiandola salivare provocata tipicamente da una ostruzione da parte di un calcolo o iposecrezione ghiandolare. Nei prossimi paragrafi faremo il punto su sintomi e cause della scialoadenite e sui trattamenti utili che permettono una guarigione rapida.
Scialoadenite parotidea sintomi
I sintomi della scialoadenite parotidea sono tipicamente gonfiore, dolore, eritema e tenerezza. Il trattamento, come vedremo più avanti in modo dettagliato, consiste nella somministrazione di antibiotici. La scialoadenite parotidea rappresenta il 30% della patologia salivare e colpisce principalmente le ghiandole sottomascellari (83–94%), seguite dalla ghiandola parotide (4–10%) e dalle ghiandole sublinguali (1-7%). Con la scialoadenite parotidea si osservano febbre, brividi, dolore e gonfiore unilaterale. La ghiandola appare soda e molto sensibile alla placca con eritema ed edema della pelle sovrastante. Spesso, il pus drena dal dotto quando la ghiandola interessata viene compressa. Saper individuare i sintomi della scialoadenite parotidea è importante per riconoscere la malattia portare avanti i giusti trattamenti.
Scialoadenite diagnosi e cause
Per quanto riguarda la diagnosi della scialoadenite parotidea sarà necessario eseguire alcuni esami come la TAC, RM o ecografia. Qualora fosse possibile ricavare del pus dalla ghiandola infettata, bisognerà inviarla al laboratorio anche per una coltura e una colorazione di Gram. La diagnosi è di tipo clinico e viene fatta tramite TC ultrasuoni e risonanza magnetica. Con la scialoadenite parotide ecografia e altri esami consentono al dentista di effettuare rapidamente la diagnosi. Sempre per quanto riguarda la diagnostica è indispensabile l’ispezione della tumefazione della ghiandola senza arrossamento della cute. Lo specialista dovrà anche eseguire un esame di palpazione e un esame obiettivo ORL completo. Per quanto riguarda le possibili cause della scialoadenite parotidea sottolineiamo che questa infezione viene in genere causata da una iposecrezione o da una ostruzione del dotto.
Questa infezione viene causata dallo Staphylococcus aureus anche se questa condizione potrebbe essere provocata anche da streptococchi, coliformi e vari batteri anaerobici. La diagnosi di scialoadenite di una ghiandola salivare maggiore sarà quasi sempre clinica, ovvero basata su una visita otorinolaringoiatrica. Durante questa visita il medico specialista dovrà palpare la ghiandola salivare e controllare lo sbocco del dotto escretore della stessa. In molti casi il medico sarà anche in grado di rilevare manualmente la presenza di un calcolo nella ghiandola oppure noterà facilmente la fuoriuscita di materiale siero-purulento dal dotto escretore. Spesso è opportuno completare lo studio con una ecografia del collo per confermare la diagnosi ed escludere così la presenza di eventuali calcoli nel condotto escretore delle ghiandole salivari.
Scialoadenite parotidea: il trattamento
Il trattamento iniziale contro la scialoadenite parotidea, come abbiamo visto, è con antibiotici attivi per via orale 4 volte al giorno. Con la crescente prevalenza di S.aureus meticillino, resistente (MRSA), soprattutto tra gli anziani che vivono in case di cura, è spesso necessaria la vancomicina. I collutori alla clorexidina 0,12% assunti per circa 3 volte al giorno ridurranno la carica batterica nel cavo orale e promuoveranno l'igiene orale. Sono importanti anche idratazione, impacchi caldi, massaggio ghiandolare e una buona igiene orale. Gli ascessi richiedono il drenaggio. La parotidectomia superficiale o la rimozione della ghiandola sottomandibolare è occasionalmente indicata nei pazienti con scialoadenite cronica o ricorrente. Sempre per favorire la guarigione dalla scialoadenite parotidea si consiglia sempre una buona idratazione, impacchi caldi, massaggi ghiandolari e anche di usare agenti sialagoghi come succo di limone o caramelle che servono a stimolare il flusso salivare. In alcuni casi specifici lo specialista dovrà fare una parotidectomia superficiale o procedere con l’asportazione della ghiandola.
La terapia della scialoadenite parotidea è efficace e, in caso di non rilevamento di calcoli, la guarigione sarà piuttosto veloce. La terapia medica, come abbiamo visto, è basata prevalentemente sull’utilizzo di antibiotici e cortisone ad alto dosaggio. In caso di calcolosi potrebbe essere necessario il trattamento chirurgico in anestesia locale o generale a seconda della posizione del calcolo. Si consideri che alcuni calcoli ben palpabili e situati vicino allo sbocco del dotto escretore potranno essere rimossi anche in anestesia locale senza troppi problemi. I calcoli che non sono ben palpabili e che sono situati all’interno del parechima ghiandolare o in posizioni poco accessibili, dovranno essere rimossi per forza di cose con l’anestesia generale. Ultimamente i progressi nel campo della medicina stanno rendendo fattibili anche tecniche di rimozione dei calcoli salivari con l’endoscopia.
Scialoadenite parotidea sintomi
I sintomi della scialoadenite parotidea sono tipicamente gonfiore, dolore, eritema e tenerezza. Il trattamento, come vedremo più avanti in modo dettagliato, consiste nella somministrazione di antibiotici. La scialoadenite parotidea rappresenta il 30% della patologia salivare e colpisce principalmente le ghiandole sottomascellari (83–94%), seguite dalla ghiandola parotide (4–10%) e dalle ghiandole sublinguali (1-7%). Con la scialoadenite parotidea si osservano febbre, brividi, dolore e gonfiore unilaterale. La ghiandola appare soda e molto sensibile alla placca con eritema ed edema della pelle sovrastante. Spesso, il pus drena dal dotto quando la ghiandola interessata viene compressa. Saper individuare i sintomi della scialoadenite parotidea è importante per riconoscere la malattia portare avanti i giusti trattamenti.
Scialoadenite diagnosi e cause
Per quanto riguarda la diagnosi della scialoadenite parotidea sarà necessario eseguire alcuni esami come la TAC, RM o ecografia. Qualora fosse possibile ricavare del pus dalla ghiandola infettata, bisognerà inviarla al laboratorio anche per una coltura e una colorazione di Gram. La diagnosi è di tipo clinico e viene fatta tramite TC ultrasuoni e risonanza magnetica. Con la scialoadenite parotide ecografia e altri esami consentono al dentista di effettuare rapidamente la diagnosi. Sempre per quanto riguarda la diagnostica è indispensabile l’ispezione della tumefazione della ghiandola senza arrossamento della cute. Lo specialista dovrà anche eseguire un esame di palpazione e un esame obiettivo ORL completo. Per quanto riguarda le possibili cause della scialoadenite parotidea sottolineiamo che questa infezione viene in genere causata da una iposecrezione o da una ostruzione del dotto.
Questa infezione viene causata dallo Staphylococcus aureus anche se questa condizione potrebbe essere provocata anche da streptococchi, coliformi e vari batteri anaerobici. La diagnosi di scialoadenite di una ghiandola salivare maggiore sarà quasi sempre clinica, ovvero basata su una visita otorinolaringoiatrica. Durante questa visita il medico specialista dovrà palpare la ghiandola salivare e controllare lo sbocco del dotto escretore della stessa. In molti casi il medico sarà anche in grado di rilevare manualmente la presenza di un calcolo nella ghiandola oppure noterà facilmente la fuoriuscita di materiale siero-purulento dal dotto escretore. Spesso è opportuno completare lo studio con una ecografia del collo per confermare la diagnosi ed escludere così la presenza di eventuali calcoli nel condotto escretore delle ghiandole salivari.
Scialoadenite parotidea: il trattamento
Il trattamento iniziale contro la scialoadenite parotidea, come abbiamo visto, è con antibiotici attivi per via orale 4 volte al giorno. Con la crescente prevalenza di S.aureus meticillino, resistente (MRSA), soprattutto tra gli anziani che vivono in case di cura, è spesso necessaria la vancomicina. I collutori alla clorexidina 0,12% assunti per circa 3 volte al giorno ridurranno la carica batterica nel cavo orale e promuoveranno l'igiene orale. Sono importanti anche idratazione, impacchi caldi, massaggio ghiandolare e una buona igiene orale. Gli ascessi richiedono il drenaggio. La parotidectomia superficiale o la rimozione della ghiandola sottomandibolare è occasionalmente indicata nei pazienti con scialoadenite cronica o ricorrente. Sempre per favorire la guarigione dalla scialoadenite parotidea si consiglia sempre una buona idratazione, impacchi caldi, massaggi ghiandolari e anche di usare agenti sialagoghi come succo di limone o caramelle che servono a stimolare il flusso salivare. In alcuni casi specifici lo specialista dovrà fare una parotidectomia superficiale o procedere con l’asportazione della ghiandola.
La terapia della scialoadenite parotidea è efficace e, in caso di non rilevamento di calcoli, la guarigione sarà piuttosto veloce. La terapia medica, come abbiamo visto, è basata prevalentemente sull’utilizzo di antibiotici e cortisone ad alto dosaggio. In caso di calcolosi potrebbe essere necessario il trattamento chirurgico in anestesia locale o generale a seconda della posizione del calcolo. Si consideri che alcuni calcoli ben palpabili e situati vicino allo sbocco del dotto escretore potranno essere rimossi anche in anestesia locale senza troppi problemi. I calcoli che non sono ben palpabili e che sono situati all’interno del parechima ghiandolare o in posizioni poco accessibili, dovranno essere rimossi per forza di cose con l’anestesia generale. Ultimamente i progressi nel campo della medicina stanno rendendo fattibili anche tecniche di rimozione dei calcoli salivari con l’endoscopia.
