Parodontite ultime scoperte
E se una delle cause della malattia di Alzheimer potesse essere un'infezione orale e, più specificamente, la parodontite? Questo è stato sospettato per anni e ora nuove prove indicano questa teoria. Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista scientifica 'Science Advances' raccoglie studi preclinici e clinici che spiegano i possibili meccanismi fisiopatologici attraverso i quali Porphyromonas gingivalis, il patogeno più rilevante nella parodontite, potrebbe intervenire nell'eziologia del morbo di Alzheimer. Quando parliamo di parodontite ultime scoperte come la relazione con l’Alzheimer o altri problemi possono aiutare ad avere un quadro più preciso di questa patologia e anche delle sue possibili conseguenze. Del resto la parodontite è un problema che va preso molto seriamente in quanto, se trascurato, potrebbe portare anche alla caduta dei denti. Meglio quindi puntare sulla prevenzione così da evitare di doversi trovare a fronteggiare questa infiammazione che purtroppo è così diffusa tra gli adulti.
Parodontite ultime scoperte: malattia parodontale e Alzheimer
I risultati di questo studio rappresentano un progresso fondamentale per dimostrare l'associazione della parodontite con la malattia di Alzheimer. Le news parodontite ci permettono nel tempo di saperne di più e quindi anche di capire quali sono i trattamenti più efficaci a seconda dei diversi casi. L’articolo sull’argomento che abbiamo già citato ha suscitato grande interesse tra la comunità scientifica e a livello di social media. Questa pubblicazione corrobora una serie di recenti indagini sulla stretta relazione tra Alzheimer e parodontite, dovuta ai batteri coinvolti e alle comuni condizioni infiammatorie. Secondo gli specialisti queste scoperte innovative rappresentano un progresso fondamentale nella dimostrazione dell'associazione della parodontite con il morbo di Alzheimer. La possibile associazione tra parodontite e malattia di Alzheimer è stata sollevata anni fa e potrebbe essere spiegata in un modo bidirezionale: da un lato, il progressivo deterioramento cognitivo limiterebbe le abitudini di igiene orale, con ripercussioni sulla salute orale; d'altra parte, il processo immunoinfiammatorio cronico e l'infiammazione sistemica secondaria alla parodontite potrebbero indurre fenomeni neuroinfiammatori che favoriscono la malattia di Alzheimer.
Insomma, quando si parla di parodontite ultime scoperte come l’associazione della malattia parodontale all’Alzheimer dovrebbero essere tenute da conto. Quest'ultima ipotesi è quella che è stata dimostrata nella serie di studi dettagliati nell'articolo di recente pubblicazione, che spiega come un batterio patogeno della parodontite, Porphyromonas gingivalis (appunto, il patogeno parodontale più rilevante e il più frequente nella parodontite), è in grado, attraverso le sue tossine gingipane, di riprodurre i processi fisiopatologici associati alla malattia di Alzheimer in diversi modelli animali e in altri studi preclinici. Inoltre è stata confermata anche la sua rilevazione nell'uomo, sia nelle autopsie che nei pazienti. Lo studio suggerisce che il processo immunoinfiammatorio cronico e l'infiammazione sistemica secondaria alla parodontite inducano fenomeni neuroinfiammatori che favoriscono la malattia di Alzheimer. Il coinvolgimento cerebrale con Porphyromonas gingivalis non è il risultato di una scarsa cura dentale dopo l'inizio della demenza o una conseguenza della malattia, ma piuttosto un evento precoce che può essere associato a patologia prima del declino cognitivo.
Parodontite ultime scoperte: Alzheimer e parodontite si presentano assieme?
Indipendentemente da questi risultati, ciò che è inconfutabile è la frequente coesistenza del morbo di Alzheimer e della parodontite. Attualmente, si stima che la prevalenza della malattia di Alzheimer sia compresa tra il 4-9%, il fattore di rischio più rilevante è l'età, poiché la sua incidenza raddoppia ogni 5 anni dopo 65 anni. La demenza che ne deriva ha un grande impatto su morbilità, mortalità e disabilità dei pazienti. Il trattamento attuale è principalmente sintomatico, con un limitato effetto dimostrato sulla cognizione e sul comportamento. La parodontite è una malattia infiammatoria, di eziologia infettiva (batteri), che colpisce i tessuti di supporto dentale provocandone la distruzione e, in assenza di cure, la perdita dei denti.
Ultime news sul laser parodontite
Con la parodontite ultime scoperte in campo medico possono aumentare la qualità dei trattamenti e velocizzare la guarigione. Per guarire dalla parodontite è possibile affidarsi a cure laser senza doversi sottoporre a interventi chirurgici invasivi. Per la parodontite ultime scoperte tecnologiche permettono di sperimentare trattamenti diversi che, fino a pochi anni fa, non esistevano. La cura laser per la parodontite viene considerata uno dei trattamenti meno invasivi per combattere la parodontite nelle sue fasi più avanzate e senza ricorrere a interventi chirurgici. Il trattamento consiste nell’emissione di fasci di luce che alterano e rimuovono gli strati di gengiva che sono stati colpiti dall’infezione. Il laser a diodi, ad esempio, consente di eliminare completamente i batteri dal tessuto gengivale. L’energia che viene emessa dai fasci di luce riscalda le cellule staminali che si trovano nelle tasche parodontali creando una sorta di sigillo o di barriera che impedisce ai batteri di depositarsi sotto le gengive. Non solo, il laser consente anche di preservare e rigenerare l’insieme delle strutture che sostengono il dente in quanto stimolano la produzione di nuovo tessuto connettivo, osso e collagene. Parodontite ultime scoperte come questa del laser permettono di fruire di diversi vantaggi come limitare il sanguinamento, velocizzare i tempi di guarigione e conservare le parti sane dei denti.
Parodontite ultime scoperte: malattia parodontale e Alzheimer
I risultati di questo studio rappresentano un progresso fondamentale per dimostrare l'associazione della parodontite con la malattia di Alzheimer. Le news parodontite ci permettono nel tempo di saperne di più e quindi anche di capire quali sono i trattamenti più efficaci a seconda dei diversi casi. L’articolo sull’argomento che abbiamo già citato ha suscitato grande interesse tra la comunità scientifica e a livello di social media. Questa pubblicazione corrobora una serie di recenti indagini sulla stretta relazione tra Alzheimer e parodontite, dovuta ai batteri coinvolti e alle comuni condizioni infiammatorie. Secondo gli specialisti queste scoperte innovative rappresentano un progresso fondamentale nella dimostrazione dell'associazione della parodontite con il morbo di Alzheimer. La possibile associazione tra parodontite e malattia di Alzheimer è stata sollevata anni fa e potrebbe essere spiegata in un modo bidirezionale: da un lato, il progressivo deterioramento cognitivo limiterebbe le abitudini di igiene orale, con ripercussioni sulla salute orale; d'altra parte, il processo immunoinfiammatorio cronico e l'infiammazione sistemica secondaria alla parodontite potrebbero indurre fenomeni neuroinfiammatori che favoriscono la malattia di Alzheimer.
Insomma, quando si parla di parodontite ultime scoperte come l’associazione della malattia parodontale all’Alzheimer dovrebbero essere tenute da conto. Quest'ultima ipotesi è quella che è stata dimostrata nella serie di studi dettagliati nell'articolo di recente pubblicazione, che spiega come un batterio patogeno della parodontite, Porphyromonas gingivalis (appunto, il patogeno parodontale più rilevante e il più frequente nella parodontite), è in grado, attraverso le sue tossine gingipane, di riprodurre i processi fisiopatologici associati alla malattia di Alzheimer in diversi modelli animali e in altri studi preclinici. Inoltre è stata confermata anche la sua rilevazione nell'uomo, sia nelle autopsie che nei pazienti. Lo studio suggerisce che il processo immunoinfiammatorio cronico e l'infiammazione sistemica secondaria alla parodontite inducano fenomeni neuroinfiammatori che favoriscono la malattia di Alzheimer. Il coinvolgimento cerebrale con Porphyromonas gingivalis non è il risultato di una scarsa cura dentale dopo l'inizio della demenza o una conseguenza della malattia, ma piuttosto un evento precoce che può essere associato a patologia prima del declino cognitivo.
Parodontite ultime scoperte: Alzheimer e parodontite si presentano assieme?
Indipendentemente da questi risultati, ciò che è inconfutabile è la frequente coesistenza del morbo di Alzheimer e della parodontite. Attualmente, si stima che la prevalenza della malattia di Alzheimer sia compresa tra il 4-9%, il fattore di rischio più rilevante è l'età, poiché la sua incidenza raddoppia ogni 5 anni dopo 65 anni. La demenza che ne deriva ha un grande impatto su morbilità, mortalità e disabilità dei pazienti. Il trattamento attuale è principalmente sintomatico, con un limitato effetto dimostrato sulla cognizione e sul comportamento. La parodontite è una malattia infiammatoria, di eziologia infettiva (batteri), che colpisce i tessuti di supporto dentale provocandone la distruzione e, in assenza di cure, la perdita dei denti.
Ultime news sul laser parodontite
Con la parodontite ultime scoperte in campo medico possono aumentare la qualità dei trattamenti e velocizzare la guarigione. Per guarire dalla parodontite è possibile affidarsi a cure laser senza doversi sottoporre a interventi chirurgici invasivi. Per la parodontite ultime scoperte tecnologiche permettono di sperimentare trattamenti diversi che, fino a pochi anni fa, non esistevano. La cura laser per la parodontite viene considerata uno dei trattamenti meno invasivi per combattere la parodontite nelle sue fasi più avanzate e senza ricorrere a interventi chirurgici. Il trattamento consiste nell’emissione di fasci di luce che alterano e rimuovono gli strati di gengiva che sono stati colpiti dall’infezione. Il laser a diodi, ad esempio, consente di eliminare completamente i batteri dal tessuto gengivale. L’energia che viene emessa dai fasci di luce riscalda le cellule staminali che si trovano nelle tasche parodontali creando una sorta di sigillo o di barriera che impedisce ai batteri di depositarsi sotto le gengive. Non solo, il laser consente anche di preservare e rigenerare l’insieme delle strutture che sostengono il dente in quanto stimolano la produzione di nuovo tessuto connettivo, osso e collagene. Parodontite ultime scoperte come questa del laser permettono di fruire di diversi vantaggi come limitare il sanguinamento, velocizzare i tempi di guarigione e conservare le parti sane dei denti.
