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Osteite mascellare

Se sentiamo nominare l’osteite mascellare facciamo riferimento a una patologia di natura infiammatoria a carico dell’osso. Il processo potrebbe avere origina traumatica, infettiva, dismetabolica oppure tossica. Spesso l’osteite mandibolare viene provocata dallo Staphylococcus aureus che si può diffondere per contiguità da lesioni cutanee profonde o da fratture esposte. In alcuni casi con l’osteite mascellare questi microrganismi vengono trasportati dal sangue di un focolaio infettivo localizzato altrove. Con l’osteite mascellare il processo infiammatorio può insorgere improvvisamente portando a problemi tra loro anche molto diversi come febbre, dolore e rigidità. La diagnosi per l’osteite mascellare si fa con un esame radiologico o con la scentigrafia ossea che consentirà di chiarire il grado del coinvolgimento osseo.

Osteite mascellare sintomi

Se parliamo di osteonecrosi mandibolare facciamo riferimento a una lesione orale a carico dell’osso mandibolare o mascellare scoperto. Potrebbe causare dolore o meno a seconda dei casi e la diagnosi, in questo caso, viene fatta grazie alla presenza di osso esposto per più di 6 settimane. Una volta compreso l’osteite mascellare cos’è dobbiamo sottolineare che potrebbe rimanere asintomatica per periodi di tempo anche lunghi. I sintomi si sviluppano strada facendo e a volte l’osteite mascellare potrebbe anche andare ad interessare denti e gengive e sviluppare fistole sia extraorali che intraorali.

Osteite alveolare: che cos’è

L’osteite alveolare, o alveolite secca, è una condizione dentale molto dolorosa e fastidiosa che si può verificare dopo l’estrazione di un dente permanente. Si tratta in questo caso della complicazione più comune delle estrazioni dentarie. Inizialmente si manifesta con dolore e infiammazione che si presentano qualche giorno dopo l’estrazione del dente. La causa scatenante in questo caso è lo scioglimento precoce del coagulo sanguigno che comporta l’esposizione dell’osso e potrebbe essere molto doloroso. Sarà ovviamente unicamente il dentista l’unico che potrà fare una corretta diagnosi di osteite mascellare o alveolare e proporre i rimedi ideali sulla base di ogni singolo caso.

Osteomielite dei mascellari

Fin qui abbiamo parlato di osteite mascellare mentre ora si introduce il problema dell’osteomielite dei mascellari. Questa patologia consiste in un’infezione del tessuto osseo che non deve la sua evoluzione a una infezione odontogena ma insorge se sono presenti dei fattori predisponenti come radiazioni ionizzanti, terapia steroidea, diabete mellito o un trauma come una fattura composta dei mascellari. In questo caso i sintomi tipici sono il trisma, la parestesia e l’anestesia del lato interessato. Tale infezione comincia tipicamente dal parodonto per poi invadere il tessuto osseo della mandibola (osteite mascellare). Questa infiammazione produce un edema causando l’aumento della pressione intramidollare del tessuto osseo e la necrosi. A questo punto il materiale purulento prodotto dall’infezione si scava una strada fino al periostio dove si accumula e causa il distaccamento della corticale ossea. Dal punto di vista radiologico, l’aspetto del periostio è tipicamente a “buccia di cipolla” proprio come nel caso dell’osteonecrosi dei mascellari da bifosfonati.

Cosa sono i bifosfonati

Dopo aver parlato di osteite mascellare vediamo ora qualcosa in più anche sui bifosfonati. Si tratta di prodotti che agiscono andando a inibire l’attività degli osteoclasti producendo una rapida riduzione del riassorbimento di matrice ossea. Questa classe di formaci trova indicazione per diverse patologie di tipo oncologico e metabolico che sono a carico dello scheletro. I bifosfonati si utilizzano anche per quanto riguarda il trattamento dell’osteoporosi. Le parti del corpo più soggette all’osteonecrosi da bifosfonati sono proprio la mandibola e il mascellare. Questa tipologia specifica di osteite mascellare è spesso conseguenza di una chirurgia orale che ha causato la contaminazione dell’osso da parte dei batteri. Se così fosse le ferite non guariranno da sole e inizierà una osteite mascellare con sintomi come alitosi, infezioni ripetute e dolore anche molto intenso. Nella fase successiva dell’osteite mascellare inizia la necrosi dell’osso vera e propria con tanto di riassorbimento e rischio di frattura. In questi casi il dentista dovrà eseguire una anamnesi molto accurata sui bifosfonati usati e prescrivere esami specifici e uno studio radiologico. I pazienti che soffrono di osteonecrosi da bifosfonati dovranno rivolgersi a centri specializzati in chirurgia maxillofacciale per il trattamento di questa patologia dento-scheletrica. In ogni caso l’osteite mascellare si manifesta comunemente soprattutto nel periodo immediatamente successivo a un intervento chirurgico.

Il rischio di osteonecrosi da farmaci

Possiamo anche dire che tanto più sarà alta la potenza relativa di un farmaco, quanto maggiore sarà il rischio di sviluppo di un’osteonecrosi a seguito di un intervento di chirurgia orale. Esistono anche casi di osteite mascellare spontanea che non sono collegabili in alcun modo a estrazioni dentarie o a interventi di implantologia. I rischi sono piuttosto ridotti specialmente se parliamo di terapie per via orale che sono assunte da meno di 3 anni. Il rischio di osteite mascellare da farmaci aumenta molto se si è stati sottoposti a terapie endovenose. Ci sono poi anche dei fattori di rischio sistemici come assunzione prolungata di cortisone, fumo e alcol, scarsa igiene orale, parodontite e infezioni odontogene.
Osteite mascellare