Ghiandole salivari gonfie
Davanti alle orecchie e sotto le guance si trovano le ghiandole salivari che sono responsabili della produzione della saliva che viene riversata nel cavo orale. In caso di ghiandole salivari gonfie sarebbe bene contattare uno specialista il prima possibile per capire il da farsi. Le ghiandole salivari gonfie possono essersi infiammate per diversi motivi come virus o infezioni e possono infiammarsi anche per via della ritenzione della saliva formando delle pietre salivari anche note come scialoadenite. Di solito le ghiandole salivari gonfie si verificano tra i 30 ei 50 anni, sebbene possano anche apparire nei bambini. Anche se pochi lo sanno esiste la possibilità che si possano formare delle vere e proprie pietre nelle ghiandole salivari. Nei prossimi paragrafi cercheremo di spiegare perché si gonfiano le ghiandole salivari e quali sono i trattamenti più efficaci a seconda dei casi.
Ghiandole salivari gonfie sintomi
Uno dei sintomi ricorrenti nelle patologie delle ghiandole salivari gonfie è il rigonfiamento improvviso del tessuto ghiandolare. Qualora il rigonfiamento si accompagnasse a un intenso dolore localizzato, ecco che la causa potrebbe essere quella che viene chiamata colica salivare in analogia alle coliche renali. La colica nasce dalla presenza di veri e propri calcoli che ostruiscono il normale deflusso della saliva e ne determinano il ristagno a monte dell’ostruzione che provoca sia il gonfiore che il dolore. La colica salivare infatti, tipicamente, avviene proprio durante i pasti. Si consideri anche che l’intensità del dolore tende a diminuire molto lentamente man a mano che la saliva defluisce riducendo il gonfiore. E’ bene dare la giusta importanza ai sintomi così da contattare subito il dentista per fare tutti i controlli del caso.
Ghiandole salivari gonfie: le cause
Ma quali sono esattamente le possibili cause che possono determinare le ghiandole salivari gonfie? Una, come abbiamo visto, è la scialoadenite. Una volta che si escludono eventuali patologie infettive come la parotite epidemica infatti, le cause delle patologie a carico delle ghiandole salivari è di natura ostruttiva. Le ghiandole salivari gonfie dunque sono provocate dall’ostruzione dei dotti escretori e quindi dai calcoli salivari, ovvero piccole concrezioni di Sali di calcio che crescono e si formano per cause che ancora non conosciamo del tutto. In assenza della presenza di calcoli, la causa potrebbe essere un inginocchiamento dei dotti salivari o una compressione dovuta a linfonodi ingrossati. Sarà comunque sempre il dentista a dover fare la giusta diagnosi dopo una visita accurata. Altra possibile causa di ghiandole salivari gonfie è la parotite giovanile ricorrente, una patologia diffusa che consiste in episodi ricorrenti di parotite mono o bilaterale.
Ghiandole salivari gonfie cura
Per curare la scialoadenite si consiglia generalmente di stimolare la produzione di saliva mangiando dolci, gomme o bevande senza zucchero, ad esempio, per purificare le ghiandole salivari con il più alto flusso salivare. In questo modo si sarà in grado di espellere i calcoli minori. Questo trattamento comprende antidolorifici e antinfiammatori oltre che antibiotici per sconfiggere i batteri patogeni. Nei casi più complessi i dentisti ricorrono invece alla chirurgia per risolvere il problema in modo definitivo. Tutte le patologie a carico delle ghiandole salivari richiedono specifiche tipologie di trattamento. Ad esempio le forme infiammatorie acute richiedono l’impiego di antinfiammatori e antibiotici mirati. La sialoendoscopia operativa è indicata anche nei casi di stenosi post traumatiche o idiopatiche che richiedono dei trattamenti dilatativi simili a quelli che si utilizzano nelle angioplastiche. In questo senso i progressi della scienza medica hanno consentito di ottenere risultati straordinari che fino a pochi anni fa sarebbero stati ritenuti incredibili.
La diagnosi delle ghiandole salivari gonfie
Per diagnosticare le ghiandole salivari gonfie ci si basa tipicamente sui segni clinici della malattia. La presenza di una colica salivare mentre si consumano i pasti dovrebbe subito indurre il dentista a ricercare una causa ostruttiva come i calcoli salivari. In questi casi si consiglia un esame strumentale come l’ecografia così da individuare la presenza di calcoli anche di pochi millimetri. Altro esame molto utilizzato per la diagnosi delle ghiandole salivari gonfie è la tomografia computerizzata multiplanare da eseguire senza mezzo di contrasto o con la 3D Cone Beam. Quest’ultimo è un esame tomografico molto sicuro che espone i pazienti a una quantità ridotta di radiazioni. Spesso si ricorre anche alla scialoendoscopia, un esame che utilizza degli endoscopi in miniatura di diametro ridotto per esplorare i ridotti salivari e rimuovere eventuali tappi di muco o calcoli in anestesia locale. In caso di rimozione chirurgica della ghiandola salivare espone a rischio di paralisi del nervo facciale, ovvero il nervo deputato alla mimica facciale. Si tratta di un danno quasi sempre solo temporaneo ma del quale bisognerà tener conto. La chirurgia dovrebbe essere sempre l’ultima risorsa a disposizione in quanto espone i pazienti a un danno temporaneo o permanente. In caso di ghiandole salivari gonfie sarebbe meglio contattare quanto prima il proprio dentista così da sottoporsi a tutti gli esami del caso e individuare rapidamente il giusto trattamento a seconda dei diversi casi. Capire perché si gonfiano le ghiandole salivari sarà impossibile senza prima aver sostenuto una visita specialistica.
Ghiandole salivari gonfie sintomi
Uno dei sintomi ricorrenti nelle patologie delle ghiandole salivari gonfie è il rigonfiamento improvviso del tessuto ghiandolare. Qualora il rigonfiamento si accompagnasse a un intenso dolore localizzato, ecco che la causa potrebbe essere quella che viene chiamata colica salivare in analogia alle coliche renali. La colica nasce dalla presenza di veri e propri calcoli che ostruiscono il normale deflusso della saliva e ne determinano il ristagno a monte dell’ostruzione che provoca sia il gonfiore che il dolore. La colica salivare infatti, tipicamente, avviene proprio durante i pasti. Si consideri anche che l’intensità del dolore tende a diminuire molto lentamente man a mano che la saliva defluisce riducendo il gonfiore. E’ bene dare la giusta importanza ai sintomi così da contattare subito il dentista per fare tutti i controlli del caso.
Ghiandole salivari gonfie: le cause
Ma quali sono esattamente le possibili cause che possono determinare le ghiandole salivari gonfie? Una, come abbiamo visto, è la scialoadenite. Una volta che si escludono eventuali patologie infettive come la parotite epidemica infatti, le cause delle patologie a carico delle ghiandole salivari è di natura ostruttiva. Le ghiandole salivari gonfie dunque sono provocate dall’ostruzione dei dotti escretori e quindi dai calcoli salivari, ovvero piccole concrezioni di Sali di calcio che crescono e si formano per cause che ancora non conosciamo del tutto. In assenza della presenza di calcoli, la causa potrebbe essere un inginocchiamento dei dotti salivari o una compressione dovuta a linfonodi ingrossati. Sarà comunque sempre il dentista a dover fare la giusta diagnosi dopo una visita accurata. Altra possibile causa di ghiandole salivari gonfie è la parotite giovanile ricorrente, una patologia diffusa che consiste in episodi ricorrenti di parotite mono o bilaterale.
Ghiandole salivari gonfie cura
Per curare la scialoadenite si consiglia generalmente di stimolare la produzione di saliva mangiando dolci, gomme o bevande senza zucchero, ad esempio, per purificare le ghiandole salivari con il più alto flusso salivare. In questo modo si sarà in grado di espellere i calcoli minori. Questo trattamento comprende antidolorifici e antinfiammatori oltre che antibiotici per sconfiggere i batteri patogeni. Nei casi più complessi i dentisti ricorrono invece alla chirurgia per risolvere il problema in modo definitivo. Tutte le patologie a carico delle ghiandole salivari richiedono specifiche tipologie di trattamento. Ad esempio le forme infiammatorie acute richiedono l’impiego di antinfiammatori e antibiotici mirati. La sialoendoscopia operativa è indicata anche nei casi di stenosi post traumatiche o idiopatiche che richiedono dei trattamenti dilatativi simili a quelli che si utilizzano nelle angioplastiche. In questo senso i progressi della scienza medica hanno consentito di ottenere risultati straordinari che fino a pochi anni fa sarebbero stati ritenuti incredibili.
La diagnosi delle ghiandole salivari gonfie
Per diagnosticare le ghiandole salivari gonfie ci si basa tipicamente sui segni clinici della malattia. La presenza di una colica salivare mentre si consumano i pasti dovrebbe subito indurre il dentista a ricercare una causa ostruttiva come i calcoli salivari. In questi casi si consiglia un esame strumentale come l’ecografia così da individuare la presenza di calcoli anche di pochi millimetri. Altro esame molto utilizzato per la diagnosi delle ghiandole salivari gonfie è la tomografia computerizzata multiplanare da eseguire senza mezzo di contrasto o con la 3D Cone Beam. Quest’ultimo è un esame tomografico molto sicuro che espone i pazienti a una quantità ridotta di radiazioni. Spesso si ricorre anche alla scialoendoscopia, un esame che utilizza degli endoscopi in miniatura di diametro ridotto per esplorare i ridotti salivari e rimuovere eventuali tappi di muco o calcoli in anestesia locale. In caso di rimozione chirurgica della ghiandola salivare espone a rischio di paralisi del nervo facciale, ovvero il nervo deputato alla mimica facciale. Si tratta di un danno quasi sempre solo temporaneo ma del quale bisognerà tener conto. La chirurgia dovrebbe essere sempre l’ultima risorsa a disposizione in quanto espone i pazienti a un danno temporaneo o permanente. In caso di ghiandole salivari gonfie sarebbe meglio contattare quanto prima il proprio dentista così da sottoporsi a tutti gli esami del caso e individuare rapidamente il giusto trattamento a seconda dei diversi casi. Capire perché si gonfiano le ghiandole salivari sarà impossibile senza prima aver sostenuto una visita specialistica.
