Ameloblastoma
L'ameloblastoma è un tumore per fortuna abbastanza raro e benigno, quindi non canceroso. Questo problema si sviluppa più di frequente a livello mascellare, tipicamente vicino ai molari. L'ameloblastoma solitamente ha il suo inizio in quelle cellule che compongono quello che possiamo chiamare come il rivestimento di protezione dello smalto dentale. Anche se l’ameloblastoma mandibolare riguarda sia gli uomini che le donne, è nei primi che ha una frequenza maggiore. Nonostante stiamo parlando di un problema che può essere diagnosticato in qualsiasi età, la maggiore incidenza di diagnosi si concentra negli adulti di età compresa tra 40 e 70 anni. A seconda dei casi quindi si potrà parlare di ameloblastoma mandibolare, ameloblastoma unicistico e multicistico. Purtroppo una omessa diagnosi di ameloblastoma da parte del dentista potrebbe anche portare a conseguenze negative di una certa importanza. A seconda dei casi l’ameloblastoma può essere molto aggressivo ed estendersi alla mascella causando infiammazione e dolore. Anche se non è così frequente, a volte le cellule che formano l’ameloblastoma si possono diffondere rapidamente anche in altre parti del nostro corpo (linfonodi). Per saperne di più su che cos’è l’ameloblastoma, come si cura e quali sono i possibili rischi correlati si consiglia di continuare la lettura.
Ameloblastoma cause e sintomi
Come abbiamo già in parte detto, l’ameloblastoma può causare gonfiore e dolore e può svilupparsi molto velocemente. L'ameloblastoma ha ben tre tipologie: monocistico, multicistico e periferico. L’ameloblastoma spesso non ha provoca sintomi di alcun tipo, in altri casi si può diagnosticare per via di sintomi come dolore e gonfiore alla mascella. La diagnosi di ameloblastoma si basa tipicamente sull’esecuzione di test di imaging come raggi X, scansioni e risonanze magnetiche. In alcuni casi il dentista potrebbe anche richiedere un test aggiuntivo sui tessuti per essere sicuro al cento per cento della diagnosi. Il trattamento di ameloblastoma è di solito prevalentemente chirurgico e consiste nella rimozione del tumore e, in alcuni casi ove richiesto, nella rimozione di parte della mascella. In seguito si ricorre sempre alla chirurgia per ricostruire mascella e viso. In alcuni casi, ove indicato dallo specialista, sarà anche necessario completare l'intervento con diverse sedute di radioterapia.
Ameloblastoma mandibolare: di che cosa si tratta
L’ameloblastoma, come abbiamo visto, è quindi da considerarsi a tutti gli effetti come un tumore odontogeno raro e benigno a crescita lenta. Quasi sempre è localizzato a livello della mandibola o della mascella ed è facilmente riconoscibile visto che è associato a gonfiore più o meno marcato in diverse parti del cavo orale. Con l’ameloblastoma ci sono anche altri problemi come le parestesie e altri problemi abbastanza diffusi come la dislocazione dei denti e il riassorbimento delle radici adiacenti. Per quanto raramente sia maligno, l’ameloblastoma è la più frequente in assoluto tra le neoplasie epiteliali odontogene. Dal punto di vista radiologico, l’ameloblastoma presenta concamerazioni multiple e radiotrasparenza. In questi casi i dentisti di solito propongono di procedere con l’asportazione radicale di tipo chirurgico.
Ameloblastoma: come curarlo
Nel caso dell’ameloblastoma il trattamento più indicato e suggerito dagli addetti ai lavori è chirurgico e può essere di tipo conservativo o meno. La scelta del trattamento, chiaramente, dipende dal tipo di tumore e dalla presentazione clinica. L’ameloblastoma mutlicistico, quello forse più frequente, viene quasi sempre trattato in modo radicale. In altri casi il dentista potrebbe anche ipotizzare metodi conservativi come il curettage. I metodi che prevedono la chirurgia radicale richiedono in genere una ricostruzione più o meno estesa, anche per questo molti preferiscono di gran lunga la chirurgia conservativa. Attenzione però perché quando parliamo di ameloblastoma bisogna considerare attentamente anche il rischio di possibili recidive. Quando l’ameloblastoma è molto piccolo comunque, questo potrà essere eliminato abbastanza facilmente con una escissione marginale con un margine di un centimetro al di là dei limiti radiologici. Al contrario, in caso di dimensioni superiori ai 3 cm, sarebbe consigliabile la resezione ossea segmentale a della lesione con un margine di 1,5-2 cm oltre i limiti radiologici. La terapia chirurgica più aggressiva invece prevede una resezione totale o segmentata della mandibola. Altro aspetto di cui tener conto è che l’ameloblastoma resiste alla chemioterapia e che dunque, l’unica soluzione, sarà quella di procedere quanto prima con un intervento chirurgico.
Ameloblastoma: la diagnosi
Per quanto riguarda la diagnosi di ameloblastoma bisogna distinguere cronologicamente tra tre fasi evolutive. La diagnosi non è così semplice in quanto, nelle prime fasi, sarà spesso possibile confondere l’ameloblastoma con delle cisti odontogene. Anche per questo il dentista dovrà svolgere anche un esame istologico finalizzato a rilevare la presenza di cellule ritenute tipiche di questo tumore Si consideri infine che l’ameloblastoma può anche spostare gli elementi dentali e può modificare il profilo della corticale una volta persa la prima capsula. Insomma, per quanto non si tratti di un problema grave, stiamo comunque parlando di un problema che dovrà essere attenzionato con la massima celerità per evitare conseguenze negative.
Ameloblastoma cause e sintomi
Come abbiamo già in parte detto, l’ameloblastoma può causare gonfiore e dolore e può svilupparsi molto velocemente. L'ameloblastoma ha ben tre tipologie: monocistico, multicistico e periferico. L’ameloblastoma spesso non ha provoca sintomi di alcun tipo, in altri casi si può diagnosticare per via di sintomi come dolore e gonfiore alla mascella. La diagnosi di ameloblastoma si basa tipicamente sull’esecuzione di test di imaging come raggi X, scansioni e risonanze magnetiche. In alcuni casi il dentista potrebbe anche richiedere un test aggiuntivo sui tessuti per essere sicuro al cento per cento della diagnosi. Il trattamento di ameloblastoma è di solito prevalentemente chirurgico e consiste nella rimozione del tumore e, in alcuni casi ove richiesto, nella rimozione di parte della mascella. In seguito si ricorre sempre alla chirurgia per ricostruire mascella e viso. In alcuni casi, ove indicato dallo specialista, sarà anche necessario completare l'intervento con diverse sedute di radioterapia.
Ameloblastoma mandibolare: di che cosa si tratta
L’ameloblastoma, come abbiamo visto, è quindi da considerarsi a tutti gli effetti come un tumore odontogeno raro e benigno a crescita lenta. Quasi sempre è localizzato a livello della mandibola o della mascella ed è facilmente riconoscibile visto che è associato a gonfiore più o meno marcato in diverse parti del cavo orale. Con l’ameloblastoma ci sono anche altri problemi come le parestesie e altri problemi abbastanza diffusi come la dislocazione dei denti e il riassorbimento delle radici adiacenti. Per quanto raramente sia maligno, l’ameloblastoma è la più frequente in assoluto tra le neoplasie epiteliali odontogene. Dal punto di vista radiologico, l’ameloblastoma presenta concamerazioni multiple e radiotrasparenza. In questi casi i dentisti di solito propongono di procedere con l’asportazione radicale di tipo chirurgico.
Ameloblastoma: come curarlo
Nel caso dell’ameloblastoma il trattamento più indicato e suggerito dagli addetti ai lavori è chirurgico e può essere di tipo conservativo o meno. La scelta del trattamento, chiaramente, dipende dal tipo di tumore e dalla presentazione clinica. L’ameloblastoma mutlicistico, quello forse più frequente, viene quasi sempre trattato in modo radicale. In altri casi il dentista potrebbe anche ipotizzare metodi conservativi come il curettage. I metodi che prevedono la chirurgia radicale richiedono in genere una ricostruzione più o meno estesa, anche per questo molti preferiscono di gran lunga la chirurgia conservativa. Attenzione però perché quando parliamo di ameloblastoma bisogna considerare attentamente anche il rischio di possibili recidive. Quando l’ameloblastoma è molto piccolo comunque, questo potrà essere eliminato abbastanza facilmente con una escissione marginale con un margine di un centimetro al di là dei limiti radiologici. Al contrario, in caso di dimensioni superiori ai 3 cm, sarebbe consigliabile la resezione ossea segmentale a della lesione con un margine di 1,5-2 cm oltre i limiti radiologici. La terapia chirurgica più aggressiva invece prevede una resezione totale o segmentata della mandibola. Altro aspetto di cui tener conto è che l’ameloblastoma resiste alla chemioterapia e che dunque, l’unica soluzione, sarà quella di procedere quanto prima con un intervento chirurgico.
Ameloblastoma: la diagnosi
Per quanto riguarda la diagnosi di ameloblastoma bisogna distinguere cronologicamente tra tre fasi evolutive. La diagnosi non è così semplice in quanto, nelle prime fasi, sarà spesso possibile confondere l’ameloblastoma con delle cisti odontogene. Anche per questo il dentista dovrà svolgere anche un esame istologico finalizzato a rilevare la presenza di cellule ritenute tipiche di questo tumore Si consideri infine che l’ameloblastoma può anche spostare gli elementi dentali e può modificare il profilo della corticale una volta persa la prima capsula. Insomma, per quanto non si tratti di un problema grave, stiamo comunque parlando di un problema che dovrà essere attenzionato con la massima celerità per evitare conseguenze negative.
