Rafe pterigomandibolare
Il rafe pterigomandibolare (legamento pterigomandibolare) è una fascia tendinea della fascia buccofaringea attaccata da un'estremità all'hamulus della placca pterigoidea mediale, e dall'altra all'estremità posteriore della linea miloioidea della mandibola. La sua superficie mediale è ricoperta dalla mucosa della bocca. La sua superficie laterale è separata dal ramo della mandibola da una quantità di tessuto adiposo. Possiamo definire il rafe pterigo-mandibolare come un incrocio di fibre per certi versi simile a una cucitura che ha la funzione di unire i muscoli o fissare un organo allo scheletro. Nei prossimi paragrafi cercheremo di capire qualcosa in più su che cos’è il rafe pterigomandibolare.
Rafe pterigomandibolare anatomia
Il rafe pterigomandibolare è una struttura anatomica spesso ritrovabile sulla linea mediana di un organo. Abbiamo ad esempio un rafe anococcigeo che fissa l’ano e la parte bassa del retto al coccige posteriormente e un rafe scrotale. Il rafe faringeo consiste in una spessa banda fibrosa che si estende inferiormente nel piano mediano, più precisamente dal tubercolo faringeo sulla porzione basilare dell’osso occipitale così da dare inserzione ai muscoli costrittori della faringe. In questo caso viene anche chiamato legamento faringeo o linea bianca della faringe. Il rafe pterigomandibolare processo uncinato è quindi una banda tendinea che si spinge fino all’estremo posteriore della linea miloioidea della mandibola e fornisce inserzione posteriormente al muscolo costrittore superiore della faringe e, anteriormente, al muscolo buccinatore. Il muscolo buccinatore avvolge parte della bolla adiposa del Bichat ed è ricoperto in parte dal muscolo massetere. Nasce dalle superfici esterne dei processi alveolari della mascella e della mandibola che corrispondono alle tre coppie di denti molari ed è in rapporto posteriormente proprio con il rafe pterigomandibolare che lo separa dal costrittore faringeo superiore.
Legamento o rafe pterigo mandibolare: che cosa sapere
Il rafe pterigomandibolare (RPM) è un ispessimento della fascia bucco faringea. In sostanza il rafe pterigomandibolare è quindi una stretta fascia che si estende dall’apice della piastra pterigoidea interna del cranio al limite posteriore del trigono retromolare della mandibola con un angolo medio di 70° di inclinazione sul piano del corpo mandibolare. Inoltre si consideri che una porzione del muscolo buccinatore origina dalla sua faccia anteriore. Dal punto di vista embrionale il rafe pterigomandibolare rappresenta quindi una sorta di regione bivio di derivati mesenchimali che derivano da due diversi archi faringei. Il muscolo buccinatore che abbiamo già nominato riceve la sua innervazione dal nervo facciale ed è considerato un derivato del secondo arco. Il costrittore della faringe superiore invece riceve la sua innervazione dal vago ed è considerato un derivato del quarto arco. Non solo, il rafe pterigomandibolare serve anche a guidare la mandibola limitando tutti i movimenti estremi potenzialmente pericolosi. Il rafe pterigomandibolare ha una lunghezza di circa 25-30 mm e produce una piega verticale chiamata “piega pterigo mandibolare” quando la bocca è aperta. Grazie alla ricerca sono stati individuate tre varianti della morfologia del rafe pterigomandibolare. Ne primo tipo è stata individuata solamente la porzione superiore del rafe con ampia forma triangolare. Nel secondo tipo invece il buccinatore e il costrittore superiore della faringe erano separati da una larga regione fasciale. Il rafe pterigomandibolare risulta assente nel terzo tipo dove si ravvisa una continuità del muscolo buccinatore e dei muscoli costrittori faringei superiori.
Anatomia dell’articolazione temporo mandibolare
Il disco o menisco è attaccato posteriormente ad una regione di tessuto connettivo altamente vascolarizzato e con ricca innervazione (nervo auricolotemporale): il tessuto retrodiscale o zona bilaminare composto da due fogli di tessuto connettivo denso con una zona centrale di tessuto vascolare e innervato. Inoltre, l'articolazione temporomandibolare presenta la capsula articolare, una guaina fibrosa lassa, i cui movimenti sono limitati estrinsecamente dai legamenti. In questo senso acquista particolare importanza una struttura anatomica presente nell'osso temporale, chiamata bouquet di Riolano. Il nome si riferisce alla anatomista francese del 16 ° e 18 ° secolo, Jean Riolan il Giovane, e descrive l'insieme di legamenti e muscoli che inseriscono nel processo stiloide del dell'osso temporale. Questi sono i muscoli stiloioideo, stilofaringeo e stilofaringeo e quelli stilomandibolare e stiloioideo. A questi si aggiungono anche i due legamenti laterali, interno ed esterno, i due legamenti collaterali o discale, il legamento temporomandibolare, il legamento pinto e il legamento Tanaka. In uno studio su 20 campioni istologici, è stato trovato un legame anatomico tra l'ATM, il legamento sfenomandibolare e l'orecchio medio. Hanno suggerito che i movimenti del condilo-disco producessero alterazioni nella tensione della membrana timpanica. La capsula, come l'area bilaminare, è innervata dal nervo auricolotemporale che innerva anche la membrana timpanica, la coclea, la pelle che ricopre il meato uditivo esterno, la parte superiore del padiglione auricolare, il trago, la regione temporale, la ghiandola parotide e l'area del cuoio capelluto sopra l'orecchio. Questo nervo può essere alterato da disfunzioni muscolari o articolari, che possono causare rumore nell'orecchio. In particolare l'articolazione della mandibola è una diartrosi bicondilo bilaterale. La mandibola forma con l'osso temporale una diartrosi.
Rafe pterigomandibolare anatomia
Il rafe pterigomandibolare è una struttura anatomica spesso ritrovabile sulla linea mediana di un organo. Abbiamo ad esempio un rafe anococcigeo che fissa l’ano e la parte bassa del retto al coccige posteriormente e un rafe scrotale. Il rafe faringeo consiste in una spessa banda fibrosa che si estende inferiormente nel piano mediano, più precisamente dal tubercolo faringeo sulla porzione basilare dell’osso occipitale così da dare inserzione ai muscoli costrittori della faringe. In questo caso viene anche chiamato legamento faringeo o linea bianca della faringe. Il rafe pterigomandibolare processo uncinato è quindi una banda tendinea che si spinge fino all’estremo posteriore della linea miloioidea della mandibola e fornisce inserzione posteriormente al muscolo costrittore superiore della faringe e, anteriormente, al muscolo buccinatore. Il muscolo buccinatore avvolge parte della bolla adiposa del Bichat ed è ricoperto in parte dal muscolo massetere. Nasce dalle superfici esterne dei processi alveolari della mascella e della mandibola che corrispondono alle tre coppie di denti molari ed è in rapporto posteriormente proprio con il rafe pterigomandibolare che lo separa dal costrittore faringeo superiore.
Legamento o rafe pterigo mandibolare: che cosa sapere
Il rafe pterigomandibolare (RPM) è un ispessimento della fascia bucco faringea. In sostanza il rafe pterigomandibolare è quindi una stretta fascia che si estende dall’apice della piastra pterigoidea interna del cranio al limite posteriore del trigono retromolare della mandibola con un angolo medio di 70° di inclinazione sul piano del corpo mandibolare. Inoltre si consideri che una porzione del muscolo buccinatore origina dalla sua faccia anteriore. Dal punto di vista embrionale il rafe pterigomandibolare rappresenta quindi una sorta di regione bivio di derivati mesenchimali che derivano da due diversi archi faringei. Il muscolo buccinatore che abbiamo già nominato riceve la sua innervazione dal nervo facciale ed è considerato un derivato del secondo arco. Il costrittore della faringe superiore invece riceve la sua innervazione dal vago ed è considerato un derivato del quarto arco. Non solo, il rafe pterigomandibolare serve anche a guidare la mandibola limitando tutti i movimenti estremi potenzialmente pericolosi. Il rafe pterigomandibolare ha una lunghezza di circa 25-30 mm e produce una piega verticale chiamata “piega pterigo mandibolare” quando la bocca è aperta. Grazie alla ricerca sono stati individuate tre varianti della morfologia del rafe pterigomandibolare. Ne primo tipo è stata individuata solamente la porzione superiore del rafe con ampia forma triangolare. Nel secondo tipo invece il buccinatore e il costrittore superiore della faringe erano separati da una larga regione fasciale. Il rafe pterigomandibolare risulta assente nel terzo tipo dove si ravvisa una continuità del muscolo buccinatore e dei muscoli costrittori faringei superiori.
Anatomia dell’articolazione temporo mandibolare
Il disco o menisco è attaccato posteriormente ad una regione di tessuto connettivo altamente vascolarizzato e con ricca innervazione (nervo auricolotemporale): il tessuto retrodiscale o zona bilaminare composto da due fogli di tessuto connettivo denso con una zona centrale di tessuto vascolare e innervato. Inoltre, l'articolazione temporomandibolare presenta la capsula articolare, una guaina fibrosa lassa, i cui movimenti sono limitati estrinsecamente dai legamenti. In questo senso acquista particolare importanza una struttura anatomica presente nell'osso temporale, chiamata bouquet di Riolano. Il nome si riferisce alla anatomista francese del 16 ° e 18 ° secolo, Jean Riolan il Giovane, e descrive l'insieme di legamenti e muscoli che inseriscono nel processo stiloide del dell'osso temporale. Questi sono i muscoli stiloioideo, stilofaringeo e stilofaringeo e quelli stilomandibolare e stiloioideo. A questi si aggiungono anche i due legamenti laterali, interno ed esterno, i due legamenti collaterali o discale, il legamento temporomandibolare, il legamento pinto e il legamento Tanaka. In uno studio su 20 campioni istologici, è stato trovato un legame anatomico tra l'ATM, il legamento sfenomandibolare e l'orecchio medio. Hanno suggerito che i movimenti del condilo-disco producessero alterazioni nella tensione della membrana timpanica. La capsula, come l'area bilaminare, è innervata dal nervo auricolotemporale che innerva anche la membrana timpanica, la coclea, la pelle che ricopre il meato uditivo esterno, la parte superiore del padiglione auricolare, il trago, la regione temporale, la ghiandola parotide e l'area del cuoio capelluto sopra l'orecchio. Questo nervo può essere alterato da disfunzioni muscolari o articolari, che possono causare rumore nell'orecchio. In particolare l'articolazione della mandibola è una diartrosi bicondilo bilaterale. La mandibola forma con l'osso temporale una diartrosi.
