Fratture Le Fort
Che cosa sono le fratture di Le Fort del cranio? Si tratta di un tipo di frattura che riguarda il massiccio facciale. Quando si sente parare di frattura Le Fort facciamo riferimento a una frattura che prende il nome dall’omonimo chirurgo francese, René Le Fort. In questo caso parliamo di una frattura mascellare Le Fort la cui diagnosi si esegue tipicamente sui riscontri dell’esame obiettivo con conferma che viene data da un esame TC assiale della testa e del collo. Una delle precondizioni per classificare delle fratture come fratture Le Fort è che tali fratture debbano coinvolgere i processi pterigoidei dello sfenoide che sono visibili posteriormente ai seni mascellari in una TC assiale, e inferiormente al bordo orbitale in proiezione coronale. Non solo, il palato con la frattura mandibolare Le Fort risulta essere mobile all’esame obiettivo.
Fratture Le Fort: la classificazione
Se fin qui abbiamo cercato di dare una definizione delle fratture Le Fort cerchiamo ora di spendere qualche parola sulla classificazione e quindi sui diversi tipi esistenti. La frattura di Le Fort di tipo I è anche detta bassa o orizzontale, ad esempio, e potrebbe essere causata da una forza diretta verso il basso sul bordo alveolare della mascella. Questa tipologia di frattura viene anche chiamata frattura di Guèrin o palato fluttuante e coinvolge solo la porzione inferiore dell’apertura pifirorme. In questo caso specifico la frattura si estende dal setto nasale fino ai bordi laterali dell’apertura piriforme e si dirige orizzontalmente al di sopra degli apici dentari. Qui incrocia sotto la sutura zigomatico-mascellare e attraversa la sutura sfeno-mascellare fino a interrompere tutti i processi pterigoidei dello sfenoide. Abbiamo poi le fratture Le Fort II che sono anche dette fratture medie o piramidali e possono essere la conseguenza di un trauma alla mascella media o inferiore che spesso coinvolge anche il bordo inferiore dell’orbita. Questa frattura ha forma piramidale e si estende dalla radice del naso fino alla sutura naso-frontale. Non solo, attraversa i processi frontali dell’osso mascellare e si dirige lateralmente verso il basso mediante le ossa lacrimali e il pavimento inferiore dell’orbita per poi riaffiorare in vicinanza del forame infraoribitario e poi inferiormente attraverso la parete anteriore di quello che viene chiamato seno mascellare.
Abbiamo poi anche le fratture Le Fort III, ovvero una frattura anche detta alta, trasversale o disgiunzione cranio-facciale che coinvolte l’arco zigomatico. In questo caso questa tipologia di frattura si verifica spesso a seguito di impatti sulla radice del naso o sulla parte superiore dell’osso mascellare. La frattura Le Fort III inizia tipicamente presso la sutura fronto-mascellare e naso-frontale per poi estendersi posteriormente lungo la parete mediale dell’orbita mediante il solco nasolacrimale e l’etmoide. Questa frattura inoltre procede lungo il pavimento orbitale per poi continuare superiormente e lateralmente attraverso la sutura zigomatico-frontale e il già citato arco zigomatico. Si consideri anche che le fratture Le Fort III predispongono anche i pazienti alla rinorrea di liquido cerebrospinale.
Fratture Le Fort: i sintomi
In caso di fratture Le Fort di tipo I ravvisiamo quasi sempre un leggero gonfiore a carico del labbro superiore accompagnata da ecchimosi presenti nel fornice superiore sotto gli archi zigomatici. Altri sintomi frequenti sono malocclusione e mobilità dentaria. Quando abbiamo delle fratture Le Fort a seguito di impatti traumatici possiamo percepire un certo stridore applicando pressione sui denti dell’arcata superiore. Attenzione poi alla percussione dei denti dell’arcata superiore in quanto potrebbe produrre un suono detto “a pentola fessa”. Infine altro sintomo tipico con queste fratture Le Fort di tipo I è il cosiddetto segno di Guérin caratterizzato da ecchimosi nella regione dei vasi palatini maggiori. Se invece parliamo di fratture Le Fort II e III facciamo riferimento a un edema dei tessuti molli nel terzo medio del volto e alla presenza di una ecchimosi bilaterale circumorbitale. Altri sintomi in questi casi sono epistassi, diplopia e emorragia bilaterale sottocongiuntivale. Tipica delle fratture Le Fort II è poi la presenza di un gradino sul bordo infraorbitario e l’anestesia della guancia causato da un danno a carico del nervo infraorbitario. Infine abbiamo le fratture Le Fort III che presentano come sintomi morbidezza della sutura zigomatico-frontale, allungamento anche marcato del volto e depressione dei livelli oculari.
I pilastri di Le Fort
Dopo che abbiamo cercato di definire le fratture Le Fort individuandone le varie tipologie, vediamo ora che cosa sono i cosiddetti pilastri individuati dal chirurgo francese. Le Fort ha infatti individuato la presenza di tre paia di pilastri di resistenza che caratterizzano il terzo medio del volto e che sono il pilastro anteriore (naso-frontale), il pilastro laterale (zigomatico) e il pilastro posteriore (pterigo-mascellare). Il pilastro anteriore inizia dall’apertura piriforme e segue poi la cornice orbitaria mediale circondando inferiormente la regione canina. Il pilastro laterale o zigomatico invece parte dalla regione molare e segue la parete laterale dell’orbita. Le diverse linee di frattura si presentano solitamente alla periferia delle zone attraversate da queste traiettorie.
Fratture Le Fort: la classificazione
Se fin qui abbiamo cercato di dare una definizione delle fratture Le Fort cerchiamo ora di spendere qualche parola sulla classificazione e quindi sui diversi tipi esistenti. La frattura di Le Fort di tipo I è anche detta bassa o orizzontale, ad esempio, e potrebbe essere causata da una forza diretta verso il basso sul bordo alveolare della mascella. Questa tipologia di frattura viene anche chiamata frattura di Guèrin o palato fluttuante e coinvolge solo la porzione inferiore dell’apertura pifirorme. In questo caso specifico la frattura si estende dal setto nasale fino ai bordi laterali dell’apertura piriforme e si dirige orizzontalmente al di sopra degli apici dentari. Qui incrocia sotto la sutura zigomatico-mascellare e attraversa la sutura sfeno-mascellare fino a interrompere tutti i processi pterigoidei dello sfenoide. Abbiamo poi le fratture Le Fort II che sono anche dette fratture medie o piramidali e possono essere la conseguenza di un trauma alla mascella media o inferiore che spesso coinvolge anche il bordo inferiore dell’orbita. Questa frattura ha forma piramidale e si estende dalla radice del naso fino alla sutura naso-frontale. Non solo, attraversa i processi frontali dell’osso mascellare e si dirige lateralmente verso il basso mediante le ossa lacrimali e il pavimento inferiore dell’orbita per poi riaffiorare in vicinanza del forame infraoribitario e poi inferiormente attraverso la parete anteriore di quello che viene chiamato seno mascellare.
Abbiamo poi anche le fratture Le Fort III, ovvero una frattura anche detta alta, trasversale o disgiunzione cranio-facciale che coinvolte l’arco zigomatico. In questo caso questa tipologia di frattura si verifica spesso a seguito di impatti sulla radice del naso o sulla parte superiore dell’osso mascellare. La frattura Le Fort III inizia tipicamente presso la sutura fronto-mascellare e naso-frontale per poi estendersi posteriormente lungo la parete mediale dell’orbita mediante il solco nasolacrimale e l’etmoide. Questa frattura inoltre procede lungo il pavimento orbitale per poi continuare superiormente e lateralmente attraverso la sutura zigomatico-frontale e il già citato arco zigomatico. Si consideri anche che le fratture Le Fort III predispongono anche i pazienti alla rinorrea di liquido cerebrospinale.
Fratture Le Fort: i sintomi
In caso di fratture Le Fort di tipo I ravvisiamo quasi sempre un leggero gonfiore a carico del labbro superiore accompagnata da ecchimosi presenti nel fornice superiore sotto gli archi zigomatici. Altri sintomi frequenti sono malocclusione e mobilità dentaria. Quando abbiamo delle fratture Le Fort a seguito di impatti traumatici possiamo percepire un certo stridore applicando pressione sui denti dell’arcata superiore. Attenzione poi alla percussione dei denti dell’arcata superiore in quanto potrebbe produrre un suono detto “a pentola fessa”. Infine altro sintomo tipico con queste fratture Le Fort di tipo I è il cosiddetto segno di Guérin caratterizzato da ecchimosi nella regione dei vasi palatini maggiori. Se invece parliamo di fratture Le Fort II e III facciamo riferimento a un edema dei tessuti molli nel terzo medio del volto e alla presenza di una ecchimosi bilaterale circumorbitale. Altri sintomi in questi casi sono epistassi, diplopia e emorragia bilaterale sottocongiuntivale. Tipica delle fratture Le Fort II è poi la presenza di un gradino sul bordo infraorbitario e l’anestesia della guancia causato da un danno a carico del nervo infraorbitario. Infine abbiamo le fratture Le Fort III che presentano come sintomi morbidezza della sutura zigomatico-frontale, allungamento anche marcato del volto e depressione dei livelli oculari.
I pilastri di Le Fort
Dopo che abbiamo cercato di definire le fratture Le Fort individuandone le varie tipologie, vediamo ora che cosa sono i cosiddetti pilastri individuati dal chirurgo francese. Le Fort ha infatti individuato la presenza di tre paia di pilastri di resistenza che caratterizzano il terzo medio del volto e che sono il pilastro anteriore (naso-frontale), il pilastro laterale (zigomatico) e il pilastro posteriore (pterigo-mascellare). Il pilastro anteriore inizia dall’apertura piriforme e segue poi la cornice orbitaria mediale circondando inferiormente la regione canina. Il pilastro laterale o zigomatico invece parte dalla regione molare e segue la parete laterale dell’orbita. Le diverse linee di frattura si presentano solitamente alla periferia delle zone attraversate da queste traiettorie.
