Dotto di Stenone
Il dotto di Stenone prende il nome dal suo scopritore, Niccolò Stenone, anche conosciuto come dotto parotideo. Si tratta in sostanza del dotto escretore della ghiandola parotide. Le ghiandole salivari sono distinte a loro volte tra ghiandole salivari maggiori e minori. Le ghiandole salivari maggiori sono le ghiandole parotidi, le ghiandole sottomandibolari e quelle sottolinguali. La parotide è la più voluminosa ghiandola salivare maggiori e si trova nella regione parotidea, ovvero una regione laterale del collo che si trova subito sotto il padiglione auricolare e il meato acustico esterno, dietro il ramo della mandibola e davanti al muscolo sternocleidomastoideo. Ogni ghiandola occupa la loggia parotidea che si estende in profondità fino nei pressi della faringe e avvolta dalla fascia parotidea. Nella fascia parotidea possiamo distinguere facilmente una parte superficiale a diretto contatto con la superficie della ghiandola e con la cute, e una parte profonda che riveste le pareti della loggia e si trova a una certa distanza dalla superficie dell’organo.
Anatomia dotto di Stenone
Il dotto di Stenone o dotto parotideo ha una lunghezza compresa tra 5 cm e 3 mm di calibro anche se presenta un calibro minore a livello dell’orifizio orale. Il dotto di Stenone parte dal margine anteriore della ghiandola e prosegue con un decorso longitudinale orizzontalmente in avanti sul muscolo massetere. Il dotto di Stenone si mantiene comunque a circa 1-2 cm al di sotto dell’arcata zigomatica. Dopo che si è superato il muscolo massetere il dotto di Stenone perfora la bolla di Bichat e il muscolo buccinatore per poi aprirsi nella cavità buccale proprio a ridosso del secondo molare superiore. Proprio sopra il dotto di Stenone decorre l’arteria trasversa della faccia. Per quanto riguarda l’istologia, il dotto di Stenone è costituito da un epitelio che poggia sulla membrana basale e possiede una propria muscolatura che consente la progressione del secreto dalla parotide alla bocca. In caso di possibili ostruzioni del dotto di Stenone, cosa che potrebbe avvenire ad esempio per un calcolo nel dotto, si potrebbe giungere a uno sfiancamento del dotto di Stenone per via della pressione della saliva che non riesce a trovare un altro sbocco.
Dotto di Stenone dolore
Il dotto di Stenone come abbiamo visto può presentare alcune patologie che richiedono un intervento. Stiamo parlando, ad esempio, della scialoadenite o scialolitiasi con ricorrente tumefazione della regione parotidea. La ghiandola parotide infatti altro non è che una ghiandola a secrezione sierosa e la scialolitiasi che abbiamo appena nominato è la causa più frequente di ostruzione del dotto salivare (dotto di Stenone). Questo problema potrebbe provocare coliche salivari ricorrenti con tanto di tumefazione della ghiandola. Con la scialoendoscopia potranno essere accertate diverse cause di stenosi del dotto di Stenone tra cui tappi di fibrina, stenosi e polipi del dotto, diverticoli, fistole e granulomatosi parietale. Quando parliamo di calcoli facciamo riferimento a delle concrezioni calcaree che sono formate da Sali e minerali contenuti nella nostra saliva e che possono formare il calcolo. Abbiamo poi anche i cosiddetti microcalcoli, ovvero delle concrezioni di piccole dimensioni che si trovano nella ghiandola salivare e nel dotto di Stenone. In questi casi prima dell’esame lo specialista esegue una papillotomia con marsupializzazione del dotto così da eliminare i sintomi favorendo la fuoriuscita della saliva e consentendo così al calcolo di spostarsi rendendo poi più semplice la sua rimozione. La scialoendoscopia diagnostica viene invece eseguita in anestesia locale con sedazione e prevede l’utilizzo di scialoendoscopio, uno strumento flessibile che è dotato di fibre ottiche e di un canale operativo per l’asportazione del calcolo. Lo strumento utilizzato per la diagnosi presenta un diametro di 1.1 mm all’esterno e di 0,45 mm all’interno. Lo specialista dovrà inserire questo strumento nel dotto parotideo dopo aver dilatato manualmente il dotto per consentire il passaggio dello strumento.
Dotto di Stenone e scialoendoscopia terapeutica
La cosiddetta scialoendoscopia terapeutica viene eseguita in anestesia locale con sedazione. Se l’intervento dovesse essere troppo doloroso per il paziente, lo specialista dovrà riprogrammare l’asportazione con l’anestesia generale. Il diametro medio del dotto di Stenone varia da 1.5 a 0.5 mm a livello del punto di sbocco del dotto in cavo orale. Di solito il diametro medio dei calcoli oscilla tra 3 e 8 mm e non può superare di 4-7 mm il diametro del dotto allo sbocco. Una volta individuato il calcolo lo specialista ne tenta l’asportazione mediante una pinza o un cestello, uno strumento costituito da quattro braccia dal diametro di 0,4 mm. La finalità di questo trattamento è quella di asportare il calcolo e il cestello viene aperto e chiuso così da circondare il calcolo e tirarlo fuori dal dotto di Stenone. In caso di calcolo troppo grande lo si dovrà frammentare per poi asportarlo sempre utilizzando il cestello. In questo modo si potrà risolvere la situazione così da evitare recidive di scialoadeite cronica. Evitare questa trasformazione permetterà di evitare asportazione completa della ghiandola salivare.
Anatomia dotto di Stenone
Il dotto di Stenone o dotto parotideo ha una lunghezza compresa tra 5 cm e 3 mm di calibro anche se presenta un calibro minore a livello dell’orifizio orale. Il dotto di Stenone parte dal margine anteriore della ghiandola e prosegue con un decorso longitudinale orizzontalmente in avanti sul muscolo massetere. Il dotto di Stenone si mantiene comunque a circa 1-2 cm al di sotto dell’arcata zigomatica. Dopo che si è superato il muscolo massetere il dotto di Stenone perfora la bolla di Bichat e il muscolo buccinatore per poi aprirsi nella cavità buccale proprio a ridosso del secondo molare superiore. Proprio sopra il dotto di Stenone decorre l’arteria trasversa della faccia. Per quanto riguarda l’istologia, il dotto di Stenone è costituito da un epitelio che poggia sulla membrana basale e possiede una propria muscolatura che consente la progressione del secreto dalla parotide alla bocca. In caso di possibili ostruzioni del dotto di Stenone, cosa che potrebbe avvenire ad esempio per un calcolo nel dotto, si potrebbe giungere a uno sfiancamento del dotto di Stenone per via della pressione della saliva che non riesce a trovare un altro sbocco.
Dotto di Stenone dolore
Il dotto di Stenone come abbiamo visto può presentare alcune patologie che richiedono un intervento. Stiamo parlando, ad esempio, della scialoadenite o scialolitiasi con ricorrente tumefazione della regione parotidea. La ghiandola parotide infatti altro non è che una ghiandola a secrezione sierosa e la scialolitiasi che abbiamo appena nominato è la causa più frequente di ostruzione del dotto salivare (dotto di Stenone). Questo problema potrebbe provocare coliche salivari ricorrenti con tanto di tumefazione della ghiandola. Con la scialoendoscopia potranno essere accertate diverse cause di stenosi del dotto di Stenone tra cui tappi di fibrina, stenosi e polipi del dotto, diverticoli, fistole e granulomatosi parietale. Quando parliamo di calcoli facciamo riferimento a delle concrezioni calcaree che sono formate da Sali e minerali contenuti nella nostra saliva e che possono formare il calcolo. Abbiamo poi anche i cosiddetti microcalcoli, ovvero delle concrezioni di piccole dimensioni che si trovano nella ghiandola salivare e nel dotto di Stenone. In questi casi prima dell’esame lo specialista esegue una papillotomia con marsupializzazione del dotto così da eliminare i sintomi favorendo la fuoriuscita della saliva e consentendo così al calcolo di spostarsi rendendo poi più semplice la sua rimozione. La scialoendoscopia diagnostica viene invece eseguita in anestesia locale con sedazione e prevede l’utilizzo di scialoendoscopio, uno strumento flessibile che è dotato di fibre ottiche e di un canale operativo per l’asportazione del calcolo. Lo strumento utilizzato per la diagnosi presenta un diametro di 1.1 mm all’esterno e di 0,45 mm all’interno. Lo specialista dovrà inserire questo strumento nel dotto parotideo dopo aver dilatato manualmente il dotto per consentire il passaggio dello strumento.
Dotto di Stenone e scialoendoscopia terapeutica
La cosiddetta scialoendoscopia terapeutica viene eseguita in anestesia locale con sedazione. Se l’intervento dovesse essere troppo doloroso per il paziente, lo specialista dovrà riprogrammare l’asportazione con l’anestesia generale. Il diametro medio del dotto di Stenone varia da 1.5 a 0.5 mm a livello del punto di sbocco del dotto in cavo orale. Di solito il diametro medio dei calcoli oscilla tra 3 e 8 mm e non può superare di 4-7 mm il diametro del dotto allo sbocco. Una volta individuato il calcolo lo specialista ne tenta l’asportazione mediante una pinza o un cestello, uno strumento costituito da quattro braccia dal diametro di 0,4 mm. La finalità di questo trattamento è quella di asportare il calcolo e il cestello viene aperto e chiuso così da circondare il calcolo e tirarlo fuori dal dotto di Stenone. In caso di calcolo troppo grande lo si dovrà frammentare per poi asportarlo sempre utilizzando il cestello. In questo modo si potrà risolvere la situazione così da evitare recidive di scialoadeite cronica. Evitare questa trasformazione permetterà di evitare asportazione completa della ghiandola salivare.
