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Dente 16

Se, andando dal dentista, si sente parlare di dente 16 o dente 17, è del tutto normale non capirci molto. Bisogna infatti sapere che i dentisti utilizzano una numerazione dei denti per riuscire a identificare con esattezza proprio un dente e non un altro. In questo caso il dente n 16 sarebbe il molare superiore a destra e ogni dentista che sentirà nominare il dente numero 16 capirà subito a che dente ci si sta riferendo. La numerazione dei denti consente ai professionisti in odontoiatria di comunicare tra loro anche se parlano delle lingue diverse. Il dentista infatti identifica ciascun elemento dentario da trattare con un numero e la numerazione dei denti risponde all’esigenza di nominare ognuno di questi denti localizzandone la posizione con estrema precisione e azzerando i rischi di errore. Chiamando il molare superiore destro dente 16 ogni dentista capirà di che dente si sta parlando evitando così pericolosi equivoci o fraintendimenti. Nei prossimi paragrafi parleremo delle caratteristiche della numerazione dei denti e dei pericoli associati al dente n 16.

I metodi di numerazione dei denti

Abbiamo diversi metodi per la numerazione dei denti a cui fare riferimento ma, per non fare confusione quando parliamo di dente 16, è meglio prima fare chiarezza sul numero esatto dei nostri denti. Dobbiamo infatti pensare al fatto che l’uomo nel corso della sua vita sviluppa prima la dentizione da latte o poi la dentizione permanente. La dentizione da latte o decidua inizia verso il sesto mese di vita e si ultima verso i 2 anni di età. Con la dentizione da latte i bambini hanno 20 venti in bocca di cui 8 incisivi, 4 canini e 8 molari. La dentizione permanente invece inizia a partire dal sesto mese ma termina verso i 12 anni o più tardi, ovvero quando iniziano a spuntare i denti del giudizio. Nella fase definitiva crescono 32 denti di cui 8 per ogni semi-arcata (8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari). Attualmente il metodo di numerazione dei denti più utilizzato è sicuramente l’ISO, ovvero l’International Standards Organization Designation System. Questa tipologia di numerazione è anche quella utilizzata dall’OMS e si basa sull’utilizzo di due numeri per localizzare l’elemento dentario tra le diverse semi-arcate, così suddivise in 4 quadranti distinti. Il primo numero della numerazione denti ISO serve quindi a indentificare il quadrante mentre il secondo il dente. In questo modo i dentisti riusciranno subito a capire di che dente si parla quando si dice dente 16 o dente 23.

Dente 16 e carie dei molari

Spesso si sente nominare il dente 16 quando si parla di diagnosi di carie. Le carie sono un problema diffuso e spesso sottovalutato ma che purtroppo può portare a gravi conseguenze come anche la perdita del dente. Il dente 16 è un molare e i molari sono forse i denti che sono più esposti al rischio di carie dentale. Per evitare ciò si consiglia di avere sempre un’ottima igiene orale, il che significa lavarsi i denti bene e spesso e andare dal dentista almeno una volta all’anno per ricevere una pulizia dentale professionale. Uno dei rischi maggiori per il dente 16 è forse la carie interdentale, una carie insidiosa perché si sviluppa in modo silente a lungo per poi arrivare in profondità e raggiungere dentina e polpa del dente. Si consiglia quindi di non trascurare mai la pulizia dei denti e magari di utilizzare uno spazzolino elettrico in combinazione con il filo interdentale. Andare in ritardo dal dentista significa correre il rischio di perdita del dente o dover ricorrere a una devitalizzazione.

Dente 16: la devitalizzazione

Quando le carie hanno raggiunto la polpa del dente ecco che l’unico modo per evitarne l’estrazione sarà procedere alla devitalizzazione del dente 16. Si procede eliminando il materiale infetto della polpa e procedendo in due distinte sedute. Prima si procede con una radiografia sulla base della quale il medico darà indicazione al paziente delle opzioni a disposizione. La prima fase della devitalizzazione per carie al dente 16 consiste nell’effettuare l’anestesia locale. Subito dopo il dentista dovrà posizionare la diga di gomma, una sorta di foglio in lattice che serve a proteggere il cavo orale da possibili infezioni. A questo punto il dentista procederà a forare la corona del dente 16 e a rimuovere la polpa dentale infetta e i residui batterici che vi si trovano all’interno. Si procederà quindi con la disinfezione del canale radicolare che verrà riempito con la guttaperca, una resina naturale che si trasforma in idrossido di calcio. Infine, il dentista sigillerà il dente 16 con un’otturazione temporanea. Per non trovarsi nella situazione di dover ricorrere alla devitalizzazione l’unico modo è lavarsi bene i denti e magari intervenire prima che la carie si sia diffusa andando a interessare la polpa del dente. La cosa migliore è andare spesso dal dentista e sostituire lo spazzolino ogni tre mesi.
Dente 16