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Cartilagine di meckel

In ambito odontoiatrico potrebbe capitare di sentir nominare la cosiddetta cartilagine di Meckel o processo cartilagineo mandibolare. Si tratta in sostanza di un primo abbozzo di quella che viene comunemente chiamata cartilagine embrionale, una derivazione della cartilagine cosiddetta primaria del condocranio che è destinato a fornire direzione per il tessuto osseo in sviluppo. Dal punto di vista prettamente anatomico la cartilagine di Meckel si estende dalla linea mediana fino ad arrivare alla regione auricolare che riveste una funzione davvero importante per quel che concerne il processo di ossificazione. Il motivo è che la cartilagine di Meckel induce la formazione di due lamine ossee (una interna e una esterna alla cartilagine). Questo primo abbozzo di processo cartilagineo mandibolare viene poi riassorbito all’infuori di un breve tratto dalla sua estremità dorsale che dà origine, tra le altre cose, anche al legamento sfeno-mandibolare. La cartilagine di Meckel viene così chiamata prendendo il nome dell’anatomista Johann Friedrich Meckel.

Cartilagine di Meckel: tutte le caratteristiche

La cartilagine di Meckel, o processo cartilagineo mandibolare, è se vogliamo il primo abbozzo della cartilagine mandibola. Quando inizia il processo di ossificazione membranosa, l’osso si forma direttamente in senso a un tessuto connettivo primitivo per differenziazione delle cellule mesenchimali in quelli che conosciamo come osteoblasti. L’osteogenesi in questo caso riguarda le ossa piatte della volta cranica e anche parti della mandibola, da qui la definizione di ossa membranose. Il primo abbozzo di cartilagine mandibola deriva dal primo arco branchiale e questo abbozzo viene quasi integralmente riassorbito all’infiori di un piccolo tratto alla sua estremità dorsale che dà avvio all’incudine e al martello. La mandibola definitiva invece si forma dopo un processo di ossificazione intramembranosa dal mesenchima che circonda la cartilagine di Meckel. Questo mesenchima è composto da cellule di forma irregolarmente stellata e anche da una scarsa sostanza intercellulare con fasci di fibrille collagene incluse in una sostanza simile a un gel. Il processo di ossificazione inizia dunque tipicamente nei centri di ossificazione dove il mesenchima si condensa e acquista una vascolarizzazione. Ci sono poi alcuni elementi mesenchimali che mostrano delle modificazioni strutturali che consentono l’identificazione come cellule osteoprogenitrici e osteoblasti. A questo punto le cellule si ingrandiscono e assumono la caratteristica forma tondeggiante mentre il citoplasma diventa basofilo a causa dell’accumulo di ribosomi liberi associati alle membrane.

Cartilagine di Meckel e ossificazione mantellare

La cosiddetta ossificazione mantellare è quella che possiamo semplicemente definire come il processo di ossificazione della mandibola. E’ evidenziata la mandibola dalla faccia dell’embrione e la struttura è proprio la cartilagine di Meckel, una cartilagine che funge da guida per la formazione della mandibola. Si consideri comunque che questa ossificazione non è endocornale ma intramembranosa. La cartilagine di Meckel se viene danneggiata potrebbe avere poi delle conseguenze negative per quanto riguarda l’evoluzione dell’osso della mandibola. La cartilagine di Meckel esercita in sostanza un controllo dello sviluppo dell’osso della mandibola mediato da segnali molecolari diffusibili. In altre parole osteoblasti e ostroclasti rispondono alle forze esterne e si adattano alla nuova situazione. Possiamo quindi dire che l’osso sia in grado di modificarsi a seguito di sollecitazioni intense e anche molto prolungate nel tempo. Anche senza queste sollecitazioni comunque, l’osso si rinnova in modo lento ma costante. Con gli apparecchi ortodontici è possibile riallineare i denti applicando una pressione prolungata e costante. In questo modo con il tempo l’osseo alveolare subisce delle modifiche che lo portano poi ad assumere progressivamente la forma desiderata.

Cos’è l’articolazione temporo-mandibolare

Dopo aver parlato della cartilagine di Meckel vediamo ora qualcosa in più circa l’articolazione temporo-mandibolare, ovvero una diartrosi condiloidea doppia che si stabilisce tra i due condili della mandibola e le fosse mandibolari delle due ossa temporali. L’articolazione si considera doppia poiché tra il condilo mandibolare e la cavità articolare del temporale si interpone un disco completo, o menisco, che suddivide la cavità articolare in due parti distinte che non comunicano tra di loro. L’articolazione possiamo quindi suddividerla in due diversi settori: quello temporo-meniscale e quello condilo-meniscale. La superficie articolare della mandibola è formata dal condilo mandibolare che forma un rilievo proprio in corrispondenza della sommità del processo condiloideo. Questa superficie potrà essere a sua volta divisa in un versante antero-superiore a rivestimento fibrocartilagineo e in un versante posteriore che prende parte all’articolazione ed è rivestito solamente da un sottile strato fibroso. Inoltre la superficie articolare temporale è formata dalla parte anteriore della fossa mandibolare da quello che possiamo chiamare il tubercolo articolare risultato del processo zigomatico. La parte articolare della fossa è quella che possiamo definire una cavità ellittica rivestita da periostio ispessito e da cartilagine articolare nella parte anteriore. Il tubercolo articolare è un rilievo convesso in senso antero-posteriore e concavo in senso latero-mediale, anch’esso a sua volta rivestito di cartilagine articolare. Inoltre si consideri anche che le due superfici articolari sono discordanti e la concordanza si stabilisce grazie alla presenza di un disco fibrocartilagineo.
Cartilagine di meckel