Devitalizzare dente
Quando si parla della procedura per devitalizzare dente si fa riferimento a un trattamento canalare che viene eseguito in determinate situazioni. Sarà sempre il dentista a decidere quando devitalizzare un dente dopo aver analizzato nel dettaglio la situazione del paziente. Solitamente si procedere con il devitalizzare dente a seguito di una carie che è progredita fino al punto da interessare la polpa del dente. Il trattamento per la devitalizzazione di un dente consiste nella rimozione della polpa del dente e nella disinfezione e sigillatura dei canali radicolari. In questo modo vengono rimossi tessuti organici e batteri che vengono sostituiti da un materiale di riempimento plastico. Nei prossimi paragrafi si affronteranno tutti i temi relativi al devitalizzare un dente e anche quali sono i possibili rischi collegati.
Devitalizzare dente: quando si fa
Dopo aver cercato di spiegare che cosa significa devitalizzare il dente cercheremo ora di spiegare quali sono le situazioni in cui ricorrere a questo trattamento. Cominciamo con il dire che capire come si devitalizza un dente non è difficile e si tratta di un procedimento del tutto indolore per il paziente dal momento che viene eseguita l’anestesia locale. Ma quando la devitalizzazione diventa necessaria? Si decide di devitalizzare il dente solitamente per risolvere determinate problematiche come carie estese, granuloma, danneggiamento da trauma o ipersensibilità a caldo e freddo. Quando il mal di denti diventa insopportabile e arriva anche a intaccare il benessere psicofisico del paziente, la devitalizzazione diventa una possibilità concreta. In genere infatti le patologie progrediscono e potrebbero poi portare alla necessità dell’estrazione del dente. I dentisti ove possibile cercano sempre di conservare i denti naturali, anche per questo devitalizzare un dente è un procedimento altamente consigliato in determinati casi. Di solito prima di procedere si esegue una radiografia del dente così da capire la necessità dell’intervento. Con la devitalizzazione la polpa del dente viene rimossa tuttavia i tessuti circostanti sono ancora vivi. Questi corrono il rischio di infiammarsi e causare dolore, che potrebbe richiedere mesi per andare via. Molti si chiedono come capire se un dente è devitalizzato e devono sapere che è piuttosto semplice in quanto stiamo parlando di un dente che è stato privato delle terminazioni nervose e sarà quindi insensibile.
Devitalizzare dente: come si fa
Andando nel concreto come si devitalizza un dente? Il dentista esegue prima un esame clinico e delle radiografie poi, una volta deciso per l’intervento, esegue l’anestesia locale. Il dentista posiziona quindi la diga dentale e crea un accesso per trovare gli ingressi ai canali radicolari. Questi canali vengono puliti, disinfettati e poi chiusi con un materiale simile alla gomma per evitare che i batteri si accumulino.
Occorrono in media da 30 minuti per la devitalizzazione di un incisivo fino a 1 ora per un molare. Il tempo varia chiaramente a seconda del numero di radici e canali contenuti in un dente. Non ci sono controindicazioni collegate a questo trattamento. Dopo la devitalizzazione si potrà avvertire una piccola sensibilità e il paziente dovrebbe evitare di masticare con il dente devitalizzato almeno per qualche giorno.
Pochi giorni dopo, il paziente deve tornare alla consultazione per il restauro del suo dente. A seconda della situazione specifica il dentista proporrà un restauro con un'otturazione o posizionando una corona. Se il trattamento endodontico non viene eseguito o se viene eseguito male, questo di solito porta allo sviluppo di un'infezione nell'osso all'estremità delle radici, comunemente chiamata cisti dentale. Questo può portare ad altre patologie come gli ascessi, che possono portare all'estrazione del dente. L’ascesso è una formazione di pus prodotta dall'infezione batterica che si accumula nella polpa. Nei denti devitalizzati può verificarsi se il processo non è stato eseguito correttamente o se vengono utilizzate corone difettose. I sintomi principali sono: gengive gonfie, alitosi, ipersensibilità dentale, febbre e ingrossamento dei linfonodi del collo.
Devitalizzare dente: possibili problemi
Come nel caso dell'ascesso dentale, i problemi legati ai denti devitalizzati derivano solitamente da una procedura errata. Uno di questi è la radice rotta o perforata. Si tratta di un problema del devitalizzare dente piuttosto raro che si verifica soprattutto sui denti anteriori. In essi ci sono più possibilità di fratture o crepe dovute a traumi. Anche la reinfezione è un possibile effetto collaterale che si può verificare anche nel caso in cui il trattamento è stato eseguito perfettamente. Nonostante la devitalizzazione, il dente rimane sempre vicino all'osso, pertanto l'infezione potrebbe diffondersi ad altre parti. In questo caso provoca gonfiore nella cavità orale e persino ascessi gengivali. Il paziente deve sapere che la procedura per devitalizzare dente è l'ultimo tentativo che il dentista propone per evitare l'estrazione del dente. Se tutto va bene, in tre o quattro giorni il recupero dovrebbe essere completo. Per evitare di devitalizzare il dente si dovrebbe puntare sulla prevenzione e cercare di proteggere il cavo orale lavandosi i denti bene e spesso e andando periodicamente dal dentista almeno 2 volte l’anno per sottoporsi a una pulizia dentale professionale.
Devitalizzare dente: quando si fa
Dopo aver cercato di spiegare che cosa significa devitalizzare il dente cercheremo ora di spiegare quali sono le situazioni in cui ricorrere a questo trattamento. Cominciamo con il dire che capire come si devitalizza un dente non è difficile e si tratta di un procedimento del tutto indolore per il paziente dal momento che viene eseguita l’anestesia locale. Ma quando la devitalizzazione diventa necessaria? Si decide di devitalizzare il dente solitamente per risolvere determinate problematiche come carie estese, granuloma, danneggiamento da trauma o ipersensibilità a caldo e freddo. Quando il mal di denti diventa insopportabile e arriva anche a intaccare il benessere psicofisico del paziente, la devitalizzazione diventa una possibilità concreta. In genere infatti le patologie progrediscono e potrebbero poi portare alla necessità dell’estrazione del dente. I dentisti ove possibile cercano sempre di conservare i denti naturali, anche per questo devitalizzare un dente è un procedimento altamente consigliato in determinati casi. Di solito prima di procedere si esegue una radiografia del dente così da capire la necessità dell’intervento. Con la devitalizzazione la polpa del dente viene rimossa tuttavia i tessuti circostanti sono ancora vivi. Questi corrono il rischio di infiammarsi e causare dolore, che potrebbe richiedere mesi per andare via. Molti si chiedono come capire se un dente è devitalizzato e devono sapere che è piuttosto semplice in quanto stiamo parlando di un dente che è stato privato delle terminazioni nervose e sarà quindi insensibile.
Devitalizzare dente: come si fa
Andando nel concreto come si devitalizza un dente? Il dentista esegue prima un esame clinico e delle radiografie poi, una volta deciso per l’intervento, esegue l’anestesia locale. Il dentista posiziona quindi la diga dentale e crea un accesso per trovare gli ingressi ai canali radicolari. Questi canali vengono puliti, disinfettati e poi chiusi con un materiale simile alla gomma per evitare che i batteri si accumulino.
Occorrono in media da 30 minuti per la devitalizzazione di un incisivo fino a 1 ora per un molare. Il tempo varia chiaramente a seconda del numero di radici e canali contenuti in un dente. Non ci sono controindicazioni collegate a questo trattamento. Dopo la devitalizzazione si potrà avvertire una piccola sensibilità e il paziente dovrebbe evitare di masticare con il dente devitalizzato almeno per qualche giorno.
Pochi giorni dopo, il paziente deve tornare alla consultazione per il restauro del suo dente. A seconda della situazione specifica il dentista proporrà un restauro con un'otturazione o posizionando una corona. Se il trattamento endodontico non viene eseguito o se viene eseguito male, questo di solito porta allo sviluppo di un'infezione nell'osso all'estremità delle radici, comunemente chiamata cisti dentale. Questo può portare ad altre patologie come gli ascessi, che possono portare all'estrazione del dente. L’ascesso è una formazione di pus prodotta dall'infezione batterica che si accumula nella polpa. Nei denti devitalizzati può verificarsi se il processo non è stato eseguito correttamente o se vengono utilizzate corone difettose. I sintomi principali sono: gengive gonfie, alitosi, ipersensibilità dentale, febbre e ingrossamento dei linfonodi del collo.
Devitalizzare dente: possibili problemi
Come nel caso dell'ascesso dentale, i problemi legati ai denti devitalizzati derivano solitamente da una procedura errata. Uno di questi è la radice rotta o perforata. Si tratta di un problema del devitalizzare dente piuttosto raro che si verifica soprattutto sui denti anteriori. In essi ci sono più possibilità di fratture o crepe dovute a traumi. Anche la reinfezione è un possibile effetto collaterale che si può verificare anche nel caso in cui il trattamento è stato eseguito perfettamente. Nonostante la devitalizzazione, il dente rimane sempre vicino all'osso, pertanto l'infezione potrebbe diffondersi ad altre parti. In questo caso provoca gonfiore nella cavità orale e persino ascessi gengivali. Il paziente deve sapere che la procedura per devitalizzare dente è l'ultimo tentativo che il dentista propone per evitare l'estrazione del dente. Se tutto va bene, in tre o quattro giorni il recupero dovrebbe essere completo. Per evitare di devitalizzare il dente si dovrebbe puntare sulla prevenzione e cercare di proteggere il cavo orale lavandosi i denti bene e spesso e andando periodicamente dal dentista almeno 2 volte l’anno per sottoporsi a una pulizia dentale professionale.
